Il panorama del mercato degli smartphone sta cambiando. A rivelarlo sarebbe l’approfondito report pubblicato dalla società di analisi Canalys, relativa ai dati di vendita del 2018. Il principale campo di contesa è il vecchio continente dove, a quanto pare, un cellulare su tre è di marchio cinese.
La partita principale è un vero doppio tennistico tra colossi. Da un lato i cinesi rampanti di Huawei, vera nuova forza nel panorama internazionale, e Xiaomi, nuovo agguerrito concorrente; dall’altro la coppia non convenzionale composta da Samsung e Apple, avversari di vecchia data nel settore, ora accomunati da una fase di recessione che fa riflettere.
Chi vincerà questo scontro titanico per la guida del redditizio mercato dello smartphone?
La rapida scalata di Huawei e Xiaomi verso la vetta dei mercati degli smartphone
Da mere scelte di ripiego quali erano considerati, gli smartphone cinesi si sono trasformati in solide realtà. Huawei, stando ai dati proposti da Canalys, ha fatto registrare vendite record: nel solo 2018 ben 42,5 milioni di clienti hanno scelto il marchio cinese, specialmente in Europa.
Il dato, già mostruoso di per sé, diventa ancor più eclatante se si fa riferimento al complessivo tasso di crescita annuale dell’azienda, lanciata verso uno straordinario 55,7%. A giovarne anche la quota di mercato di Huawei, salita al 23% dal 2017.
Si parla di una vera e propria crescita esponenziale del marchio. Il paragone con Apple è impietoso: il colosso americano ha registrato vendite per un totale di 42,8 milioni, di poco superiori a Huawei, con un notevole abbassamento del tasso di crescita aziendale, rallentato del 5,1% rispetto al 2017.
Un calo vertiginoso, con Apple che ormai avverte chiaramente il fiato del principale marchio cinese sul collo e che, probabilmente, dovrà prepararsi ad un inevitabile sorpasso in classifica da parte di Huawei nell’inseguimento a Samsung.
Samsung che, dal canto suo, mantiene una netta posizione di leadership sulle concorrenti, ma che assiste ad un calo dell’1% delle proprie quote di mercato.
Parlare di sconfitta è prematuro, specialmente per un colosso coriaceo che punta a non perdere scettro e corona in tempi brevi: la nuova linea Galaxy S10 sta riscontrando alti tassi di gradimento e vendita.
Tuttavia, la crescita dei marchi cinesi è innegabile. A Huawei si è affiancato anche Xiaomi, la cui percentuale di crescita annua nel 2018 è stata addirittura del 62%; l’appeal di mercato, tuttavia, non si è elevato al di sopra del 6%. Ciononostante, i due marchi cinesi si stagliano come due futuri protagonisti nello scontro con i giganti della telefonia, che ora risentono inevitabilmente del colpo.
Il segreto di Huawei e Xiaomi: qualità a prezzi ragionevoli
I numeri parlano chiaro: il 2018 è stato un anno duro per Apple e Samsung, che non sono stati in grado di rispondere adeguatamente all’incalzare di Huawei e Xiaomi.
Alla base di questo successo straripante vi è la precisa scelta tattica dei colossi cinesi di fornire prodotti di ottima qualità a prezzi assolutamente concorrenziali, soprattutto quando rivenduti da usati (per esempio su secondlifephone.it).
Il più sorprendente, vista l’enorme gamma di scelta, è sicuramente Xiaomi, che nell’ultimo anno ha spiccato un vero e proprio balzo in avanti, differenziando e ampliando notevolmente i propri modelli.
La selezione è veramente eterogenea e copre praticamente tutte le fasce di prezzo senza che le performance ne risentano. Basti pensare che un modello di fascia medio bassa, come il REDMI 7, si presenta come un piccolo gioiellino: scocca resistente, ampio display, supporto per due nano SIM e micro SD, fotocamere di buona qualità, il tutto offerto ad un prezzo al di sotto dei 200 €.
Da questo modello, accessibile per chiunque, si passa a modelli incredibilmente performanti, molti dei quali progettati per intense sessioni di gaming.
L’esempio più lampante potrebbe essere lo Xiaomi Black Shark: proposto ad un costo sotto i 600 €, risulta all’avanguardia e potente sotto ogni punto di vista.
Il discorso per Huawei è simile. In poco più di un decennio il marchio cinese ha portato i propri prodotti a competere, per qualità, con i corrispettivi di fascia alta di Samsung.
Se si prendono in considerazione i prodotti dal prezzo più contenuto, è possibile constatare come tra i due brand non ci sia partita. Un modello come Huawei P Smart Plus è di gran lunga più performante di un Samsung Galaxy J5, considerando che entrambi hanno costi molto simili.
In sostanza, sia Huawei che Xiaomi sembrano aver trovato la formula perfetta. Racchiusi in scocche dal design pulito, realizzate con materiali resistenti, le due case cinesi hanno creato smartphone alimentati da batterie potenti dalla lunga durata, i cui sistemi operativi possono contare su software fluidi e dinamici che offrono numerose funzioni interessanti.
La componentistica hardware è di prim’ordine, tra RAM, GPU e CPU, per assicurare stabilità costante; se a questo si aggiunge la qualità delle fotocamere, in grado di realizzare ottimi scatti con messa a fuoco praticamente professionale, e display ampi e nitidi, il gioco è fatto.
La rapida ascesa dei due marchi cinesi ha trovato, inoltre, un ottimo territorio per diffondere i propri prodotti: l’Europa.
L’Europa: il terreno fertile per gli smartphone cinesi
A causa delle questioni legali che Huawei sta affrontando in territorio statunitense (per le quali dichiara la propria non colpevolezza), la telefonia cinese ha deciso di rivolgere le proprie attenzioni in Europa, investendo pesantemente per pubblicizzare e vendere i propri prodotti.
Nei vari stati del vecchio continente si sono ormai moltiplicati i vari negozi fisici sia Huawei che Xiaomi, trovando una folta schiera di apprezzatori.
Il mercato europeo è stato la vera chiave di volta della contesa. Grazie ai prezzi più accessibili e all’elevato tasso qualitativo, i cittadini europei hanno rivolto le proprie attenzioni verso gli smartphone cinesi, considerandoli delle vere e proprie occasioni e non più delle scarse alternative ai prodotti Samsung e Apple.
Proprio i due vecchi colossi, prima punto di riferimento assoluto nella produzione di smartphone, saranno chiamati a rispondere a questo momento di crisi che, al momento, li vede svantaggiati nella corsa contro i nuovi astri nascenti dalla Cina.